1
Come cerva che assetata
brama l’acqua d’un ruscel,
l’alma afflitta e contristata
desioso volgo al ciel.
E ti cerco, o Dio d’amor,
e ti narro il mio dolor;
ed aspetto la parola
che rigenera e consola.
2
Ma tu tardi e allor mi chiede
dei nemici tuoi lo stuol:
“A che vale la tua fede?
Il tuo Dio ti lascia sol!”
Ed il dubbio, notte e dì
in me penetra così
che resister più non giova
al torrente della prova.
3
O mio cuor, non dubitare,
ma confida nel tuo Re!
Quand’ei sembra più tardare
non temere: egli è con te.
L’ora attesa alfin verrà
che vittoria ti darà,
e all’Iddio tre volte santo
leverai di lode un canto.
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Inno di apertura.
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